Oggi risorge, mentre c’è chi continua a serbare tutte queste cose nel suo cuore, mentre io continuo a portare una gonna corta e a parlare di Dio.

Sempre. Quasi per caso. In un aperitivo, in bicicletta, in una confessione non mia.

Di sicuro tutto questo passerà e continueremo ad nasconderci dietro le dune di sabbia e a tornare a casa per le vacanze. “Che lunghi i tuoi capelli! E quelle punte viola? Come ti trovi a Torino?” I nostri peccati li assolveremo parlando a chi ci conosce da quando passavamo le estati a giocare a biliardino e a rubare ciliegie.

Tutto e niente è cambiato. Eppure quel glicine non l’avevo visto mai. I miei libri sono ancora sugli scaffali, non so se ho davvero voglia di portarli al Nord. Non so se sono pronta. Che Open resti. E Siddharta pure.Tornerò di nuovo anche per loro, e mi diranno ancora: “Sembra sempre che tu abbia ventitrè anni”, e potrò continuare a parlare al lago per ritrovarci la nostalgia di Dio.

“Vieni, dai, sono mesi che non ti vedo: parliamo un po’. Che bello che non cambi mai. Mi prometti che non esce da qui? Sì, lo so che di te mi posso fidare”. Eppure, non c’entro niente col perdono e con i peccati, io che cammino portandomi addosso un groviglio di sentimenti confusi. Cos’è credere?

Me lo domando sempre accovacciata sul parquet di camera mia, mentre guardo la finestra per non fissare le foto sopra il letto. Piangerei. Me lo domando anche a Torino, quando scrivo di povertà, di persone di cui non si sente la voce, di partenze e finti amori.

Tu ci credi al destino? E no, non dirmi che non te lo domandi, quando ripensi a quei ricordi d’estate colorati. Io li ho lasciati dentro le scatole sopra l’armadio. Le guardo quando torno, prima di mettermi a leggere fino alle tre di notte. E non dirmi che è tardi, che presto è mattina.
Sì, lo leggo io Isaia alla messa. Che bella la chiesa dove sono cresciuta.
Certo, mamma, me lo metto il cappotto. Non avrò freddo. Promesso. Sarò pronta per il pranzo, per le crespelle, l’agnello e la pastiera.

Tu quando pensi alla risurrezione come ti senti?
E non puoi non credermi se ti dico che una risposta non ce l’ho. La mia fede è sia roccia che mare. Resiste perché ho incontrato un amore tanto grande, che ritrovo sempre quando lo cerco da silenzio a silenzio. Anche quando devo assecondare le onde, anche quando il mio corpo è molto più forte della mia fede. È la mia storia che mi fa scegliere di non cadere.