Lasae

Cara mamma,

il 15 Marzo 2021 te ne andavi tu.

“Bisognerebbe sempre partire col sole” mi sono ripetuta in quella giornata, chissà perché. Ho sempre avuto tanta paura della morte. Eppure, con te, di quella mattina alle sei mi è rimasta dentro la tua finestra sul giardino, il sole che arrivava, il silenzio.

Di questi 365 giorni ricordo quasi tutto, anche se a me non succede mai: le mattine in cui non volevo alzarmi, i pianti di notte, di fuori, a sorpresa, davanti a qualcuno che mi parlava della sua mamma e io pensavo a te; le tue telefonate che non arrivavano più, gli amici che mi sono stati vicino e quelli che non ce l’hanno fatta, quanto fatica ho fatto a spiegare quello che stava succedendo a me.

“Per conquistare il futuro bisogna prima sognarlo” è scritto su uno dei miei quaderni: l’ho riempito di conti, spesso quando l’ansia copriva tutto; altre volte ci ho lasciato parole di rabbia di fronte alla quindicesima telefonata per una voltura per te. Ho dovuto guardare in faccia una Natalia irrascibile e impulsiva, che non riesce a stare zitta, che ha fatto arrabbiare anche le sue migliori amiche, che ha avuto bisogno di affetto, di cura, di attenzione. Ho sentito dentro la tristezza, la rabbia, il dolore e la paura: ci sono rimasta. Sapevo che far finta non mi avrebbe portato dall’altra parte.

 

Te lo ricordi quanto aspettavamo i compleanni?

Come ci preparavamo, giorno dopo giorno?

I regalini per le amichette che sarebbero venute alla festa?

 

Mi avevano detto che gli anniversari non se li ricorda nessuno. Invece sono stata riempita di messaggi, anche perché di te, di questo giorno, non ho smesso di parlare mai. Le tue amiche si sono presentate stamattina, alla messa. Ho preparato per loro delle bustine colorate: ci ho messo dentro le cose che rendevano la tua vita speciale, che rendono speciale anche la mia: i ricami, i fiori, le relazioni, il cioccolato.

Il regalo più bello, però, l’ha fatto qualcuno a me. Non è stato un compagno, un papà, un fratello: quest’anno ho fatto i conti anche con la mancanza di loro. L’hanno fatto i miei amici e le mie amiche, la mia famiglia per davvero, anche se ho imparato che esistono i confini. Oggi nasce Lasae.

Me l’hanno regalato Emma Togni, Arianna Gaia, Giada Martin, Elisa Bellino, Gianluca Folì. Ci siamo ritrovati sere e pomeriggi a parlare di come sarebbe stato, questo lavorare insieme per gli altri, perché la morte fosse più lieve, perché ci si sentisse meno solə, perché la bellezza della condivisione potesse fare la differenza.

Stamattina sono uscita in giardino, mamma. Ho guardato questa casa, la tua, da lontano. Ho respirato e ho chiuso gli occhi. Ho pensato a te, ai nostri pomeriggi, ai narcisi fioriti, ai merli, agli aceri e alle rocce.

Anche oggi c’è il sole, come un anno fa. Volevo mettere la stessa maglietta, quella bianca con l’orsetto sul cuore, quella che mi sostiene nei giorni in cui da sola non ce la faccio più. Invece ho messo un vestito azzurro, con in mente la frase che mi hai lasciato: “Sii te stessa”.

 

“E’ una vita che si chiude”.

“E’ una nuova vita che si apre”. Mi aveva detto un amico un anno fa. L’avevo zittito.

Oggi, il giorno del tuo primo anniversario, nasce Lasae. Nasce per tuttə quellə che passano di fronte alla morte, per tuttə quellə che la attraversano, per tuttə quellə che restano. Vogliamo dare strumenti per affrontare una perdita, in un luogo dove attraversare e vivere il lutto sotto tre punti di vista: pratico, emotivo, trasformativo.

Ti voglio bene mamma. Tutto quello che sta succedendo è anche grazie a te.

ps. Per Lasae vogliamo raccogliere storie, strumenti, esperienze. Ci dai una mano anche tu?
Illustrazione: Gianluca Folì